martedì 6 febbraio 2007

MANNA DELLE MADONIE

Per una magica coincidenza di fattori ambientali e culturali nella valle che congiunge Pollina a Castelbuono si continua a raccogliere la MANNA. Mentre in tutto il resto del mondo Mediterraneo si sono perse le conoscenze e le tecniche necessarie per produrla, al contrario noi le abbiamo conservate diventando così gli ultimi custodi di tale cultura. Ci troviamo quindi oggi ad avere un prodotto unico e di un territorio che a ragione si può considerare un gigantesco museo all’aria aperta.
La manna si ottiene praticando delle incisioni sul tronco dei nostri frassini, quando la pianta è in amore. Da tali incisioni sgorga un succo che a contatto con l’aria secca dell’estate siciliana condensa rigando di bianco i tronchi, formando così un fantasmagorico paesaggio, fatto di terra bruna, chiome verdi e tronchi rigati di bianco che sembra inventato dai pennelli di un pittore espressionista. La raccolta dovrebbe essere settimanale, ma, poiché la manna teme l’umidità, viene sciolta e dispersa dalla pioggia, molto spesso si raccoglie cercando di battere in velocità un temporale estivo che si avvicina.
Nell’antichità era conosciuta ed apprezzata dai grandi medici della Grecia e di Roma che la chiamavano MIELE DI RUGIADA, oppure SECREZIONE DELLE STELLE. Addirittura per i terapeuti arabi possedeva delle possibilità spirituali ed era considerata benedetta perché menzionata nel Corano.
Il Mattioli nei “Commentari al Dioscoride” (1554) dice: “ Solve il corpo, quantunque debolmente per se sola. Et imperò si dà e alle donne gravide e ai piccoli fanciulli senza alcun detrimento e timore. Messa tra le altre medicine accresce tra le virtù loro. Purga agevolmente la chòlera, toglie la sete, apre e mellifica le parti del petto e della gola. ”

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